NARNI – Un primo risultato sulla “battaglia del traffico” è la conquista di un piccolo ma significativo avamposto da parte del fronte del no al caos viabilità generato dalla chiusura del viadotto Montoro sulla superstrada. E’ stato infatti istituito mercoledì 3 giugno il divieto di uscita al casello autostradale A1 di Orte per tutti i mezzi pesanti superiori alle 3,5 tonnellate. Il sindaco, Francesco De Rebotti, che sta gestendo in prima persona e con grande fatica, come lui stesso ammette, una partita davvero impegnativa, ha giudicato questo provvedimento positivo ma certo non risolutivo del problema.
“Un problema gravissimo – dice il primo cittadino di Narni – che non può essere relegato alla gestione delle sole autorità locali perchè si tratta di una questione nazionale”. Tanto che domattina, 4 giugno, De Rebotti incontrerà anche l’amministratore delegato di Anas. Ci si muove insomma ai massimi vertici per sbloccare una situazione drammatica come quella nella quale la decisione di Anas ha gettato il territorio narnese.
Una questione che è diventata con il montare delle ore sempre più di dominio politico, oltre che pubblico. Sui social network è esplosa la rabbia dei cittadini che si sono schierati tutti con il sindaco, il quale, a ua volta, su facebook ha puntualmente aggiornato tutti sull’evolversi della situazione e sugli incontri fatti, sia con il Cov che con prefetrtura e Anas. “Mi sento di ringraziare la polizia stradale perchè sin dal primo momento ci è stata a fianco per aiutare a gestire il traffico. Tutto ciò che corre sul rato è stato dirottato sulle strade narnesi. Non è possibile”.
De Luca e Tramini (M5S) – Sulla questione intervengono Thomas De Luca e Luca Tramini dei Cinquestelle che dicono: “Dopo il blocco dell’ingresso dei mezzi pesanti a Orte in direzione Terni c’è la necessità assoluta e urgente di una viabilità alternativa d’emergenza per evitare il congestionamento del traffico intorno a Narni Scalo, mitigando le conseguenze sul comparto produttivo, a fronte dell’assoluta assenza di alternative rispetto alla chiusura totale del viadotto Montoro per i prossimi mesi.Stamane ho informato personalmente il viceministro delle infrastrutture Giancarlo Cancelleri, ho sollecitato il suo interessamento per l’adozione di una soluzione urgente in coordinamento con Comune e Regione. Gravi sono i ritardi di Anas nella governance della situazione che hanno causato i disastrosi ingorghi di stamattina. Anas era stata già ampiamente e da tempo informata e avvisata dei problemi inerenti la viabilità che sarebbero derivati. La chiusura per i mezzi pesanti a Orte era stata chiesta da giorni e solo stamattina è stata decisa dopo l’ennesima riunione in prefettura. Com’è possibile che solo adesso sia venuto alla luce questo grave problema solo a fronte della ricognizione in atto? Com’è possibile che solo dopo Genova siano emersi due casi come quello di Spoleto e quello di Montoro? Chi doveva fare manutenzione in questi anni?”.
Saltamartini e Alessandrini (Lega) – “Far partire immediatamente i lavori sul viadotto Montoro del raccordo Terni-Orte, avvalendosi del modello Genova e consentendo una riapertura in tutta sicurezza del tratto in tempi rapidi”, dicono in un’interrogazione parlamentare. “Proprio nel giorno in cui il Governo da il via libera per la riapertura del transito tra regioni – spiegano Alessandrini e Saltamartini – la viabilità dell’Umbria è costretta ad affrontare una criticità non di poco conto.
L’interruzione dell’unica strada veloce che collega la regione a Roma, se prolungata nel tempo, rappresenta una problematica seria che rischia di avere conseguenze considerevoli sulla tenuta economica della regione, in particolare per quanto concerne i settori del turismo, dei trasporti e del commercio, già fortemente penalizzati dalla lunga fase di lockdown.
La chiusura del tratto in questione sta causando anche notevoli difficoltà ai comuni interessati dalla deviazione del traffico veicolare, in particolare Terni e Narni, in termini di congestione della circolazione stradale, dovuta in particolare al transito dei mezzi pesanti. Altro aspetto da tenere in considerazione riguarda le complicazioni di collegamento con il porto di Civitavecchia, da sempre passaggio indispensabile nel processo industriale di Ast Terni.
La Regione Umbria è già intervenuta prontamente per il tramite dell’assessore di competenza con il quale siamo in costante contatto. Tuttavia questo episodio rappresenta solo la punta dell’iceberg e mette a nudo l’evidente gestione fallimentare dei precedenti governi regionali di sinistra che mai hanno ritenuto opportuno investire su trasporti e infrastrutture in Umbria.
Appare dunque di assoluta urgenza l’intervento di Anas sul ripristino strutturale del viadotto Montoro, in modo da consentirne la riapertura in tutta sicurezza nel più breve tempo possibile di un collegamento fondamentale tra Umbria e Lazio. La richiesta della Lega, per gli aspetti di criticità appena descritti, è quella di inserire tali lavori nell’elenco delle opere pubbliche da realizzare secondo il modello Genova che consentirebbe di procedere a ‘burocrazia zero’, in tutta trasparenza e in tempi rapidi”.
Nevi, Mulé e Modena (FI) – “Nel giorno che segna l’allentamento degli spostamenti tra regioni, l’Umbria e, in particolare il territorio ternano, si trova costretta a fare i conti con la chiusura totale del viadotto Montoro di Narni sul raccordo Terni – Orte che blocca, di fatto, tutta la E45 e riversa sulla strada interna migliaia di mezzi, leggeri e pesanti, determinando un vero e proprio inferno per i cittadini della zona.Ci chiediamo se tutto ciò non poteva essere evitato: avevamo più volte sollecitato il Governo ad utilizzare il periodo di lockdown per controllare ancora meglio i problemi delle infrastrutture ed intervenire tempestivamente. Il periodo di fermo poteva e doveva essere sfruttato per svolgere i dovuti controlli sulle infrastrutture studiando per tempo tutte le soluzioni alternative alla viabilità. Poi i cittadini si chiedono come mai proprio in questi giorni ci si è accorti della pericolosità del ponte. Sono tutte domande che gireremo direttamente al ministro delle Infrastrutture con un’interrogazione parlamentare, nella speranza anche di trovare una soluzione – concludono – per evitare una chiusura di quattro mesi che sarebbe un’altra batosta per l’economia locale, che si aggiungerebbe ai danni provocati prima dal sisma e poi dal covid”.