Mer, 27 Settembre 2023
Mer, 27 Settembre 2023

Narni, ex Spea, per Bruschini (FI) “la città diventa marginale” e intanto scoppia il caso Rocca Albornoz

NARNI – “Con la Spea ai privati la città diventa marginale rispetto allo sviluppo di quell’area”. A sostenerlo è il consigliere di Forza Italia Sergio Bruschini che ha diffuso un comunicato. Eccone il testo: “Quasi 70 ettari a ridosso dello scalo, un’area di pregio ,indispensabile per lo sviluppo della città.
Non a caso già 30 anni fa si guardava a questo luogo ipotizzando un suo potenziale utilizzo.
C’era solo un particolare di non poco conto, ovvero essere in possesso della disponibilità dell’area.
Come non ricordare ,la grande opportunità che si presentò sul finire degli anni 90 ,quando l’imprenditore Giancarlo Casoli proprietario del parco giochi Mirabilandia di Rimini ebbe l’idea che un parco simile (Mirabilandia 2)poteva essere costruito proprio in quei terreni. Ruote giganti, scivoli nell’acqua, ambientazioni di tutti i tipi, ristoranti, alberghi, posti di lavoro, tanti posti di lavoro. Ed era il giusto progetto per far rinascere quel luogo e farlo ritornare a nuova vita.
Un sogno così grande da influire in modo significativo sullo sviluppo della città, un’occasione che mai si sarebbe potuta ripresentare.
Eppure da subito ostacoli a non finire si frapposero tra l idea del progetto e la sua reale attuazione.
Gli amministratori di allora,si erano messi di buzzo buono nel fare le pulci alla proposta, piani finanziari, previsioni; tutto era negativo, tutto era contrario.
Eppoi il dato di non poco conto sul quale già in passato ci si era scontrati ovvero la proprietà dell’area ,non nelle disponibilità dell’amministrazione comunale.
Il sogno svanì ma lasciò una traccia indelebile tra quelle che furono le occasioni mancate della città.
Questa vicenda ,un risultato l’aveva comunque ottenuto, la SPEA in tutti i programmi amministrativi di sviluppo e delle opere pubbliche era ormai divenuto uno degli asset principali da acquisire a patrimonio comunale.
Essa era però una servitù militare che di fatto la rendeva irraggiungibile ai diversi tentativi di poterne acquisire la proprietà.
Numerosi furono i viaggi degli amministratori di allora nei vari ministeri al fine di trovare il canale giusto per una soluzione ,alla sua alienazione.
Ma tutto ciò che si faceva, sembrava cozzare contro il muro di gomma  della burocrazia e di fatto rimaneva tutto ciò un obiettivo ambizioso ma inarrivabile.
Tutti quegli ettari avrebbero dato certamente nuovo sviluppo e nuova linfa alla economia di Narni ma bisognava assolutamente entrarne in possesso.
Poi con il passare degli anni le cose sembrarono volgere al meglio ,i terreni da servitù militari passarono all’agenzia del demanio, che anche se non subito ne decretarono la cartolarizzazione, con la possibile vendita con diritto di privilegio alle amministrazioni comunali.
Ebbene non solo in tutti questi anni non si è provveduto a presentare un piano di sviluppo su questa area, che ricordo è ricompresa nel PRG,ma mai le amministrazioni che si sono susseguite hanno posto realmente attuabile e non solo sulla carta l’ acquisto di questo fondamentale asset, pur potendolo fare.
Addirittura negli ultimi bilanci presentati ,all’interno del documento unico di programmazione e nel piano triennale delle opere pubbliche il nome SPEA scompare definitivamente.
Narni la sua amministrazione che aveva negli anni puntato molto su questo luogo ,abbandona ogni iniziativa,come se la cosa non gli interessasse più.
Ed eccoci giunti ai giorni nostri ove apprendiamo dalla stampa che un imprenditore, oggi sindaco di Terni, acquisisce l’intero compendio per 1 milione e mezzo di euro.
L imprenditore ovviamente fa il suo mestiere, e lo fa bene ,chi invece non ha fatto il suo è la giunta comunale.
Perché chiediamo come ha potuto questa amministrazione ma anche la precedente farsi sfuggire un’occasione così importante per la città.
Un obiettivo che si è cercato di perseguire per lunghi anni.
Perché il comune non ha esercitato eo verificato la possibilità di prelazione?
E ora?
Laconiche sono le rassicurazioni del sindaco che afferma che li vige un PRG e tutto ciò che si farà dovrà seguirne le tracce.
Li era previsto un progetto di finanza ove il comune attraverso la messa a disposizione della proprietà avrebbe creato sviluppo e nuove infrastrutture nuova viabilità.
Non siamo certamente contrari all iniziativa privata, anzi indispensabile, ma il ruolo della città ora è totalmente marginale.
E dobbiamo solo sperare che dalle promesse si passi realmente ai fatti.
VICENDA ROCCA ALBORNOZ – Intanto scoppi anche il caso del museo dedicato alla Street Art alla Rocca Albornoz. Il progetto a quanto sembra è tramontato poiché la società che avrebbe dovuto realizzarlo si è tirata indietro sostenendo che non ci sono più le condizioni per andare avanti. Una patata bollente che finisce inevitabilmente nelle mani dell’amministrazione e che purtroppo allunga la vicenda sfortunata della Rocca che non riesce ad avere una sua precisa destinazione in grado di promuovere il turismo narnese.

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