NARNI – L’acquedotto della Formina fu nel tempo sottoposto a molte opere di manutenzione , opere che durarono quasi duemila anni. Abbiamo ritrovato alcuni documenti che ci fanno vedere come anche dopo l’unità d’Italia, una delle prime opere fu quella di ripristinare e migliorare la quantità di acqua necessaria alla popolazione di Narni.
Dai documenti emerge che in quel periodo dal 1867 al 1877 erano Commissari dell’Acquedotto e delle fontane, Giuseppe Chiodi e Pietro Eroli .
Chiodi come sappiamo sarà poi uno dei promotori della industrializzazione a Narni e tenterà molte imprese, comprando anche stabili come le Grazie, che destinerà a Fienile, e in centro città vari palazzi importanti, ma la sua fortuna durerà poco, fallendo e perdendo tutto come ci ricorda Giovanni Eroli, che si compiace del suo fallimento. Ma il suo operato porterà le industrie a Narni, favorendo la nascita della Linoleum e dell’Elettrocarbonium.
Il primo documento ci parla del sopralluogo e della relazione che fa Giuseppe Chiodi, al Consiglio Comunale, lamentandosi del cattivo stato dell’Acquedotto e della necessità di chiudere bocchette e pozzi, e aumentare la portata con nuove sorgenti. Documento archivio post unitario 4 Agosto 1877 N. 2571 Relazione Giuseppe Chiodi. Relazione dello stato della Formina presentato il 3 Agosto 1877 al Consiglio Comunale di Narni .
La Commissione Curatrice dell’acquedotto e delle fontane della città di Narni dopo aver fatto un rapporto il 25 luglio 1872 così trascurato, che quattro anni dopo il Magistrato chiese come mai non fosse stato presentato. Si è quindi determinato di fare una escursione dell’acquedotto il giorno 30 p.p. il sottoscritto Giuseppe Chiodi e il Marchese Pietro Eroli che compone la commissione che però si esentò dal partecipare, il capomastro muratore Gualtiero Ubaldi e dal guardiano dell’acquedotto. Si percorse la Formina fino al fosso di Ponzano.
Abbiamo dovuto rimarcare con grave rammarico che è stato trascurata la maggior parte della manutenzione ordinaria per la quale fu stanziato nel preventivo circa Lire 2000 da 8 a 10 anni in qua. Le bocche dei pozzi e spiragli, sono tuttora aperte e in parte dirute, i parapetti vanno smurandosi sempre di più fino ad arrivare a terra, si è giunti a un pericolo che cadano dentro l’acquedotto bestie e immondezza vegetale che corrompono l’acqua. Come venne già detto anche nella relazione del 25 Luglio del 1872 e nei rapporti dell’Ing. Stramazzi, tanto meno è stato provveduto dal Municipio al miglioramento del restauro necessario. I restauri necessari sono:
Al fosso di Ponzano dove l’Ubaldi trovo 5 anni fa conduttura e chiavichetta per un rivoletto d’acqua abbondante molto utile in questi giorni di siccità e che con poca spesa si potrebbe riportare all’acquedotto della Formina. L’acquedotto è stato completamente abbandonato dopo i lavori di 100 lire fatti nel 1843 e quello che poteva essere fatto con poco ora costerà tre volte tanto. I miglioramenti da fare sono: In una valletta del signor Cipiccia in località Collemezzo si vedono delle pozze d’acqua la piu’ vicina dista 55 metri e sono a livello superiore della formina , quindi con poca spesa si potrebbero convogliare.
Nel fosso di Santo Antonio si osserva una pozza di quasi tre metri a livello inferiore della formina, andrebbe visto se è una perdita e quindi ripararla oppure se si tratta di una sorgente indipendente.
Si conclude che non si deve tollerare la trascuratezza dell’Acquedotto che ogni giorno va perdendo sia in solidità che in condotta dell’acqua e le 2000 lire circa stanziate ogni anno da 5 anni non mai spese o spese malamente, dovrebbero assegnarsi al preventivo del 1878 e seguitare negli anni a venire per semplice mantenimento dell’acquedotto e delle fontane. Poi aggiungere altre 3 mila lire per 5 anni da spendersi per restauri e miglioramenti controllata da una Commissione Consigliare che verifichi severamente i lavori. Dovrebbe poi fare delle relazioni anche durante l’anno sullo stato dei lavori.
Tanto ho l’onore di riferire anche a nome del Marchese Pietro Eroli il quale ha creduto di non dover firmare questa relazione perché ha rinunciato al Consiglio Comunale.
Narni 3 Agosto 1877
Giuseppe Chiodi
Segue ulteriore relazione del 13 Agosto 1877……….
Riporteremo in sintesi quanto detto da Chiodi
La risposta del Sindaco contesta il ruolo di Chiodi di Commissario a Formina, e Chiodi puntualizza che furono nominati il 16 Novembre 1867 e che dopo nove anni viene chiesta loro una relazione. Si parla poi di illustri tecnici che si erano occupati del caso come il Prof. Cappellini e l’ing. Fabri, ma che solo Cappellini e Stramazzi avevano poi consegnato progetti al comune. In quanto poi alla spesa che il municipio avrebbe sostenuto negli ultimi 17 anni pari a Lire 70.554,37, anche se la spesa è alta, i risultati sono scadenti. Inoltre l’appalto per le opere alle condutture all’interno della città, furono affidate a uno straniero al prezzo di lire 13 mila mentre la società romana le avrebbe fatte per ottomila. Inoltre il progetto dell’ing Stramazzi provvederà la distribuzione tra privati e pubblico, ma non fu presa neanche in considerazione. Il Sindaco dice poi che la chiusura di pozzi e bocchette porterebbero danno all’acquedotto, ma questo non è vero. infine si richiama la relazione precedente del 3 agosto in cui si lamenta, che la mancanza di manutenzione porterà alla penuria di acqua per la città. Si conclude chiedendo che il prof. Cappellini sia richiamato per vedere se ha ragione l’ing. Stramazzi oppure il Sindaco.
Narni 13 Agosto 1877
Giuseppe Chiodi Commissario dell’acquedotto.
Concludiamo con un piccolo aneddoto divertente, raccontato dagli anziani relativo ai ragazzi di Itieli, che avevano inventato un gioco che ci fa capire come funzionava l’acquedotto della Formina. Il gioco consisteva nel disporsi su varie bocchette a valle di un luogo ove uno di loro gettava nell’acqua corrente di una bocchetta, un pezzo di pane e gli altri, dalle bocchette successive dovevano provare a recuperalo. La gara era molto sentita e quasi sempre qualcuno recuperava il pezzo di pane, ma qualche volta il gioco si concludeva con un insuccesso e allora si diceva…” adesso va’ a ripigliallo a Narni”.
Giuseppe Fortunati
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