TERNI – l’Università deve essere più vicina alla città, al territorio e ai giovani e deve diventare attraente per chi, alla soglia della fine del quinto anno di superiori si trova nella difficile posizione di fare una scelta fondamentale sia per lo studio che per la vita. Il nuovo delegato del rettore di Perugia su Terni, Stefano Brancorsini, ha le idee chiare su cosa è oggi e soprattutto su cosa dovrà diventare il polo scientifico e didattico di Terni per il futuro.
Davanti ai giornalisti, ai quali si è presentato venerdì mattina per la prima volta, il delegato del Polo di Terni ha subito precisato che le sue sono le idee del rettore, Maurizio Oliviero, con il quale ha condiviso anche il percorso che ha portato alla sua elezione a Magnifico dell’Università degli studi di Perugia. Il messaggio, insomma, è stato inequivocabile: “E’ l’Università che vuole rilanciare Terni, è il nuovo corso che ha intenzione di ritagliare per il Polo ternano un ruolo da nuovo protagonista”.
Musica per le orecchie dei giornalisti ma anche di tanti che per anni e anni hanno visto l’università ternana perdere progressivamente importanza, hanno visto le sedi lasciare andare e hanno visto in sostanza il Polo perdere sempre più un ruolo chiave per la città e il territorio. Ma come fare ad invertire la rotta? Brancorsini lo ha detto tracciando una road map che dovrà segnare anche passi formali per non fermare tutto alla buona volontà o peggio agli annunci.
“Occorre prima di tutto modificare lo statuto – ha spiegato il delegato del Polo – che è il presupposto essenziale per aumentare il numero di professori e professoresse, senza i quali non si può attivare il passo necessario che è quello di aprire un dipartimento. Nel caso ternano dovrà essere multidisciplinare perché i corsi che ci sono oggi sono eterogenei, contando da un lato l’area medica, dall’altro economia e ingegneria e dall’altro ancora scienze per la sicurezza.
Non è facile – ha comunque sottolineato – perché bisogna anche fare i conti con le leggi vigenti, in particolare con la Gelmini, ma se si lavora con metodi e percorsi giusti si può fare”. Il sogno a monte di tutto questo è ovviamente l’autonomia “che non significa affatto – ha spiegato ancora Brancorsini – indipendenza da Perugia o rivendicazione campanilistica. Significa invece potenziare e far crescere l’Università umbra, rendendo Terni più attraente per gli studenti del nord del Lazio ma anche per quelli umbri”.
E a proposito di studenti, il delegato ha presentato pur se per sommi capi, i numeri di Terni. “Il numero di iscritti ad oggi è di 2073 che è un risultato confortante – ha detto – tenendo poi in conto che le iscrizioni sono ancora aperte. Il 40 per cento di questi risulta frequentare il corso in scienze per l’investigazione di Narni, seguito dall’area medica e poi da economia”.